Archive for November, 2011

Hanno fatto capolino sulla mia scrivania

E’ arrivato il pony stamane e se tutto va bene riuscirò a non perderli fino al prossimo 3 luglio. Se tutto va male invece li perderò tra il 20 giugno e il 2 luglio, come mi è successo l’estate scorsa con quelli di Lou Reed, salvo poi spuntare dentro al mio passaporto la mattina stessa del concerto, quando ormai avevo una crisi di nervi in corso e gridavo insulti irripetibili contro qualsiasi cosa, animata o inanimata. Come ci fossero finiti i biglietti dentro al passaporto, comunque, non l’ho mai scoperto: forse nel sonno avevo inconsapevolmente meditato una fuga subito dopo lo spettacolo (e non quella che in effetti c’è stata, ma questa è un’altra storia).
In ogni caso.
Suonano i Radiohead a Bologna e per me è come la chiusura di un percorso umano, astrale, simbolico e tutte queste robe qui: la città e il gruppo. Se mi riconcilio con tutto l’anno prossimo mi danno il Nobel (alle intenzioni). Se non ce la faccio avrò visto i Radiohead in piazza Maggiore, che comunque non è mica male.

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Procurato allarme

Comunque ragazzi, per i pochissimi che non lo sapessero, io tendo a essere un goccio melodrammatica. Sto bene eh, ho avuto solo un goccio di sbaragnaus. Ma bello intenso.

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Running to stand still

Quindi cosa hai ascoltato?
I Radiohead
Poi?
Gli U2, The Joshua Three
Mmmh, altro?
De Gregori
Ah
E Vasco…
Va-Vasco Rossi?
Vasco sì
Ommmiodio. Tutto qui?
Bè, Bob Dylan in loop, ovvio
Non ci siamo, NON CI SIAMO

Niente Elio?
No
Pixies?
Nemmeno
Sigle di cartoni animati?
Solo Spank…hai presente? Il mio papà, l’ha preso il mare, dolce Spank
Gesùsanto, non va bene

Ma almeno un pezzo dei Monty python l’hai guardato su youtube?
Ehm no.

Senti, chepppalle, oggi è il giorno del dolore, è consentito. Domani si parte con la cura. Ma un giorno almeno me lo devi consentire.

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the queen of hearts is always your best bet

Comunque io ieri ho passato la giornata a fare la macchina come solo quelli che lavorano nelle redazioni capiscono, e sono tornata a casa all’una di notte e avrei voluto ascoltare vinili di Bob Dylan tutta la notte e svegliarmi con la luce del pomeriggio e  bere tazze di caffè americano in pigiama e chiedermi perché ogni sei mesi devo fare un falò della mia vita e capire che non capisco.
E invece no, ho ascoltato la musica con l’iPod e c’era buio intorno e il telefono gracchiava e io non avevo voglia di rispondere e alla fine ho persino mandato un messaggio. E insomma, non si riesce nemmeno a essere tristi come merita, maledizione.

soundtrack: most of the time

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A la recherche du Camus

Ça va sans dire, mi sbagliavo. Non solo Algeri è uno dei posti più belli che abbia mai visto, ma erano mesi che non mi divertivo così.
Un altissimo diplomatico europeo, oggi, al ristorante: Ma a te da dove ti hanno liberato?

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Hooligani d’Algiers

Ho messo in valigia un libro di Hemingway e uno di Tabucchi, destinazione Algeria. Deve essere la prima volta in tanti anni che non ho voglia di saltare su un aereo, ma probabilmente mi verrà strada facendo. Comunque, se per caso qualcosa dovesse andare storto, i miei libri vanno a Ste tranne quelli sul Medio Oriente che sono di Edo. I cd non li lascio a nessuno, tanto ormai non si ascoltano più.

P.S. Dimenticavo. Sempre se non tornassi, qualcuno scrive ai creativi di Rcs  chiedendo perché hanno usato questo capolavoro come colonna sonora di uno stiracchiato spot vorrei-ma-non-posso?

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