Una volta, a inizio dicembre trovavo sempre il tempo per scrivere un post sulle canzoni dell’anno. Non un semplice elenco delle più ascoltate, ma quelle che avrei portato su un’isola deserta con me se avessi dovuto scegliere. Fare l’elenco non era cosa banale: ragionamenti e scelte e fogli riempiti a matita e cancellati e riscritti, infine immortalati in una foto pubblicata a corredo del post, come testimonianza dell’intensità della decisione. Poi, più di recente, il mio tempo libero si è ridotto drasticamente, gli impegni hanno preso a inseguirmi anche quando credevo di non averne e forse, pur senza avere il coraggio di esplicitarlo, ho iniziato a chiedermi se non fosse…
-
-
Voci
È tutto il giorno che pelo castagne, le faccio bollire, le passo per il dolce di Natale. Sei da sposare. Bravo, metti in giro la voce. (L’amico che ti vuole bene)
-
Essere adulti
Comunque ci pensavo e questa cosa di invitare i tuoi da te per Natale è veramente una roba da adulti, non so se sarei in grado… Guarda che sei tu quella incinta: io mi limito a cucinare due portate e un dolce. Tu scodelli un figlio per sempre. [Amiche pre-parto, verso i 40 e non sentirli ]
-
Umanamente completa
Ieri sera sono uscita con le mie amiche. Ci siamo fatte una boccia. Stamane ho portato mia figlia all’asilo e ora sto tornando a letto. Oggi il mio apporto all’umanità sarà zero. Ho anche già messo su una lavatrice, quindi sono soddisfatta, umanamente completa. (9 della mattina, un giorno di dicembre, l’amica geniale)
-
Appunti per un giornale che non c’è
Sono convinta, convintissima, che sarebbe il momento perfetto per fondare un nuovo giornale. Un giornale di carta, oltretutto (non solo, ma anche). Conosco perfettamente i dati di vendita, quelle sulle abitudini di lettura, il costo di stampa e distribuzione, eccetera; non mi sfugge nemmeno che molti esperimenti recenti – incluso qualcuno al quale ho partecipato, come Pagina99 – siano finiti male. Il momento è comunque perfetto. Esiste una fetta enorme di popolazione (di sinistra) che non ha un giornale di riferimento, e con giornale di riferimento non intendo vicino a qualche partito. Parlo dei valori: quelli tradizionalmente appartenenti alla sinistra — non per forza alla militanza dura e pura, ma certamente…
-
Dove?
Dove vorresti vivere? In una canzone di Bob Dylan.
-
Chi sono? [#2]
Personalmente, alterno due mesi di ricerca spirituale a due mesi di ricerca della migliore crema antirughe sul mercato. [l’amica geniale – non quella, una meglio – via whatsapp]
-
#1
Cosa vuoi fare oggi? Leggere tutto il giorno. [Tra me e me, cercando una bustina di tè verde nella dispensa, dopo aver letto gli incipit di Roth]
-
Essere minoranza
Io, cosa significhi essere minoranza, lo so da sempre. Sono minoranza dalla nascita, quasi per statuto. Il mio nome non ha santi (né eroi), non è comune e non è nemmeno italiano, anche se io lo sono. Sono minoranza nella mia famiglia, in cui tutti hanno studiato giurisprudenza, inclusi i parenti acquisiti, e io a cinque anni già impaginavo il giornalino della prima elementare, sapendo che quello avrei fatto — o almeno voluto fare — nella vita. Ero minoranza alle elementari, unica non battezzata in una scuola di suore, la sola che mi aveva preso a cinque anni. Ero minoranza alle medie, quando i miei compagni ascoltavano gli 883 e…
-
Dispacci, Seattle #4
In giro per la West Coast è tutto un succedersi di cartelli in difesa delle minoranze, dei migranti, della comunità Lgbt. Non menzionano mai Trump nello specifico – ed è giusto, perché non è dall’uomo che bisogna difendersi bensì da una cultura profondamente radicata che lui ha contribuito a rivalutare – ma si riferiscono a tutto quello che è successo negli ultimi due anni, da I believe that Black Lives Matter a Parents and their children shouldn’t be divided by force. A Seattle, che è una città vivace e non conformista – nonostante Amazon, Microsoft, Boing e Starbuck, la Big America Corporatation che ha sede qui – molti bar e…