Dicevano, pensi, di essere sfruttati


La scena degli operai di Mirafiori che ballano e festeggiano e alzano i pugni a tempo di musica demodé mentre aspettano i risultati del referendum mi stringe il cuore. Senza retorica o falsa empatia. Semplicemente, mi fa male al petto.
Per buona parte della notte, i no all’accordo hanno prevalso: e loro si davano pacche sulle spalle, sorridevano e sostenevano a vicenda, illudendosi, per qualche ora, di aver fatto la rivoluzione sul serio. Di aver costretto il capo quantomeno a capire che non li può trattare come cose: che potrà anche fotterli, ma loro lo sanno, non sono cretini. E sono stati disposti a giocarsi la fabbrica: cioè il lavoro, la vita, la dignità.
Poi gli impiegati hanno dato il loro contributo alla questione, e hanno scelto il sì: forse perché l’accordo a loro intacca poco, mentre la chiusura della fabbrica sì.
Ognuno ha fatto per sé, e Marchionne ha fatto per tutti. Io l’ho difeso, molto tempo fa. Ne sono amaramente pentita.

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    #1 by Belinde on January 15, 2011 - 16:03

    In due righe, Gilioli aveva già detto tutto: http://goo.gl/E7zuN

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    #2 by Gea on January 15, 2011 - 16:39

    L’avevo letto. Simpatico, ma un goccio riduttivo, no?

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    #3 by Belinde on January 16, 2011 - 14:18

    Realmente non credo che ci sia altro da dire. Di fronte alla minaccia (concreta anche se non di così immediata realizzabilità) di spostare la produzione altrove, i dipendenti non possono proprio nulla. Non ricordo dove l’avevo letto, ma è proprio questo il punto: fino ad oggi il concetto di “sindacato” funzionava perché, nonostante il coltello dalla parte del manico lo avessero i “padroni”, la totalità della forza lavoro aveva un suo peso; nel momento in cui questa diventa sostituibile non ha veramente in mano nulla per farsi valere. Non dico sia una cosa giusta, anzi, non lo è per nulla. Ma bisogna prenderne atto. Finché la Fiat non verrà statalizzata può (e, da un certo punto di vista, deve) produrre a minore costo. E finché in tutto il resto del mondo non saranno state combattute e vinte le lotte sindacali già viste qua in Italia non ci sarà modo di uscirne.

    Non che una statalizzazione all’italiana sia una buona cosa, naturalmente.

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    #4 by gea on January 16, 2011 - 18:42

    Consentimi due commenti.
    1) Se ti ci vogliono dieci righe a spiegare Gilioli forse non aveva detto proprio tutto no?
    2) il punto non è la statalizzazione dell’auto. Al limite, il punto è accettare che l’Occidente non può più assorbirle quelle auto lì. Quindi, per essere onesti, il punto è che di macchine di quel tipo bisognerebbe smettere di produrne. E riconvertire gli impianti per auto elettriche.
    Le utilitarie tipo la punto possono farle in cina, per i mercati “emergenti”. E farle qui non sarà mai competitivo.

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    #5 by Belinde on January 16, 2011 - 20:04

    1) Touché. Ma solo perché sono passato dalla prospettiva del lavoratore ad una più ampia, e che comunque non è ampia abbastanza.
    2) Hai ragione fino ad un certo punto. Il discorso della convenienza della produzione all’estero non cambia anche se si modifica il tipo di auto costruita. E non vedo come un mercato saturo possa invece rivelarsi fertile per le elettriche, coi limiti che ancora anno (e con l’impatto che avrebbero sulla rete elettrica nazionale, che credo non si rivelerebbe adeguata; ma questa è una mia illazione).

    (mi hai già strappato ben due risposte serie; dovresti essere fiera di te stessa)

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    #6 by marco on January 18, 2011 - 02:29

    C’erano dei diritti.
    Non ci sono più.
    Qualsiasi altra parola è offensiva, per me.

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    #7 by simo on January 25, 2011 - 16:59

    sarebbe da capire se è meglio rinunciare a due diritti o allo stipendio… poi ci sarebbe da dire che in media un operaio del ccnl metalmeccanica industria fa circa 100 ore di malattia all’anno… pari a quasi un mese di lavoro… è un gran casino perchè per quattro lavoratori onesti finisce per essercene uno che se ne approfitta e sta in malattia ogni 3×2 e la ditta è sempre costretta ad indennizzare integralmente i primi 3 giorni di malattia di tasca propria… onestamente paradossalmente questo contratto è un vantaggio anche per i contribuenti perche eviteremo di contribuire con le nostre imposte all’indennizzo dei successivi giorni di lavoro che vengono parzialmente integrati dall’inps che fondamentalmente finanziamo noi!

(will not be published)