La caduta degli dei
Posted by gea in musica, personaggi on June 22, 2011
Volevo scrivere un pezzo su Vasco, di cui ieri ho visto forse il decimo concerto della mia vita. E, duole ammetterlo, il più penoso.
Poi mi hanno chiesto di scriverlo per il giornale.
Quindi eccolo: Vasco, non sarebbe l’ora di smettere?
to be or to have
Posted by gea in gea and the city on June 16, 2011
Se avessi fegato, venderei il Monster – che mi costa ogni estate in meccanico molto più di quanto valga – e comprerei una moto giapponese. Perfetta ed efficiente.
Se avessi fegato non avrei un’anima.
Volevo essere una penna
Posted by gea in gea and the city, giornali e dintorni on June 4, 2011
Mi ha suonato il campanello Edo con in mano una coppa gigante di gelato al cioccolato. Ne abbiamo mangiata metà sul ballatoio e metà sul tavolino stretto della mia cucina, ricoperto di giornali, appunti, ritagli.
Fuori, il clima ricordava certe giornate all’Equatore, con l’umidità morbida ad avvolgere le cose. O anche alcune poesie settembrine di Eugenio Montale.
Siccome quest’anno niente è come è sempre stato, l’ho trovato bello. Ho impastato una torta e ascoltato Paolo Conte e Tom Waits. Ho letto e scritto, senza frenesia.
Poi con Edo abbiamo parlato del Nord Africa e di una partenza imminente. Dice che magari viene con me. Me lo sento già il direttore editoriale che risponde: «Guarda che non vai mica a bambanare». Ci metterò una vita a spiegargli che non bambaneremo. Poi lui ce ne metterà un’altra a spiegarmi come farò a tornare a casa e a riprendere a valutare le cose con gli stessi parametri del giorno prima di salire sull’aereo.
«Per lavorare in un giornale ci vuole una corazza sul cuore. L’importante è ricordarsi di togliersela quando si esce dalla redazione», mi ha detto l’altro giorno. Ma in Libia è più importante proteggersi il cuore o la pelle?
(frase della settimana, Andrea, ieri notte: Io volevo essere una penna. Invece sono una macchina. Le meraviglie del giornalismo).
la revolucion
Posted by gea in gea and the city, viaggi on May 19, 2011
Mi mandano a Madrid a seguire la Tahrir spagnola.
Andare alla revolucion con la Cooked è un sogno che diventa realtà.
diceva quello saggio
Posted by gea in gea and the city, musica on May 13, 2011
Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi.
Bellamore
Posted by gea in alla rinfusa on May 8, 2011
miseria umana
Posted by gea in gea and the city on May 7, 2011
La mediocrità politica, l’incapacità strategica e, soprattutto, la miseria umana della classe politica occidentale è angosciante.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito nemmeno ad accordarsi su una dichiarazione contro Bashar Assad, presidente siriano. L’Europa ha varato sanzioni ma non contro di lui. Gli Stati Uniti hanno deciso di non toccarlo.
Cazzo, ma almeno fate finta. Almeno.
epifanie
Posted by gea in gea and the city, giornali e dintorni on May 2, 2011
C’è un momento nella vita in cui capisci che non sei più uno che di mestiere fa il giornalista. Sei un giornalista. Tutto lì.
E’ un momento bellissimo. Se solo qualche anno fa avessi saputo che sarebbe arrivata una sera in cui alle nove il direttore mi avrebbe detto, C‘è da scrivere un editoriale e lo scrivi tu, forse non ci avrei creduto.
Ma succede. E in quel momento vita e professione diventano la stessa cosa. Non è solo che non esistono più orari, che alle sei della mattina il direttore ti sta snocciolando al telefono una serie di interviste da fare come se fossero le 16 mentre sei ancora in camicia da notte con la caffettiera in mano, che esci a cena con i colleghi alle 23 e vai a letto alle due e dormi sempre di meno e ti sembra che dormire serva sempre a meno. E’ lo sguardo che hai sul mondo che cambia. Perché è come se avessi messo un filtro, la tua soglia di consapevolezza diventa così alta che devi schivare i colpi di quello che ti sta intorno.
Non è più Obama che parla alla televisione: è l’attimo in cui cerchi di capire cosa succederà da qui a 20 anni. E poi provi a dirlo agli altri.
Mica sempre ci si riesce; ma tentarci ci si tenta sempre.
E non esistono più vacanze, spiagge, gite a Londra, persone conosciute in aeroporto e cautele. C’è un desiderio di osservare che ti mangia dentro.
Detto così può sembrare un incubo. In effetti è dura. Ma è una figata pazzesca.
bad news is good news
Posted by gea in gea and the city on May 2, 2011
Il mio primo giorno ufficiale da capo degli esteri ammazzano Bin Laden.
Non male.




