Posts Tagged millesimi appartamento

Millesimi

Venticinque mila millesimi. Forse 2.500. O 200. Insomma, qualcosa così. Poi non importa che non abbia mai saputo cosa siano i millesimi e sia riuscita a comprare una casa e a viverci un anno senza impararlo: dannazione, andiamoci a prenderceli, ci servono, sono nostri, devono stare con noi. 
Mi sentivo così, più o meno: la guerriera del millesimo. Mica per me, figuriamoci: non sapevo nemmeno come contarli, mai avrei potuto entrare in un’assemblea di condomino con una rivendicazione quale che sia. Ma c’era da combattere per la giusta causa di V., e le giuste cause io le prendo sul serio.  Specie se la persona al fianco di cui schierarsi è la prova umana che quello che hai scritto, predicato e creduto per anni è vero. 

Mi sono svegliata una mattina particolarmente nera, tre o quattro mesi fa, faticando a mettere i pensieri sufficientemente in fila per srotolare la giornata. Sotto casa, il mio motorino era di nuovo riverso al suolo, non dissimile dagli adolescenti sbronzi che la notte precedente lo avevano ridotto così. Non ho dovuto nemmeno chiamare il meccanico per sapere che con l’ultimo cambio di blocchetto sarei arrivata a cifra tonda: 1.000 euro di riparazioni in 12 mesi. Su uno scooter comprato usato 11 anni fa per 2 mila. Un po’ la sfiga: anche i migliori invecchiano. Molto la devastazione: sedicenni e dintorni pieni di cocktail in bicchieri da mezzo litro cappottati lungo Ticinese, in preda all’ebbrezza del vandalismo, e senza nemmeno la scusa della lotta al sistema. 
Rassettando i pensieri e lo sconforto ho raccolto il motorino, sono rientrata dal portone e ho abdicato alla razionalità dell’estratto conto: Alì, mi dici se qualcuno nel palazzo affitta un posto auto? (Un posto auto, in questo quartiere, costa mensilmente quanto una casa intera a Genova: se mi chiamassero a parlare di gentrificazione, saprei da dove iniziare senza dover menzionare gli hipster). 
Sono uscita con due numeri di telefono forniti dal portinaio: il primo apparteneva a un signore sguazzante nella gentrificazione; la seconda, V., in linea dalla Sardegna, ha ascoltato la mia richiesta con la pazienza dei giusti, ci ha ragionato un po’, poi mi ha risposto: Non so ancora se voglio affittarlo quel posto, fa parte di una storia famigliare, ma nel frattempo puoi usarlo gratis: io credo al buon vicinato. 
Avrei voluto gridarle Grazie, sei un segno, ti ha mandato il karma, ti voglio benissimo e so che faccio bene a volertene prima ancora di averti visto, ma un guizzo di lucidità mi ha bloccato: magari all’altro capo del telefono avrebbe pensato che ero una povera squilibrata, e in quel momento avevo davvero bisogno che credesse alla mia affidabilità. Quindi ho ringraziato, spiegato sommariamente chi sono e cosa faccio e constatato con sollievo che talvolta la vita fa il giro: quello che dai in qualche modo ritorna.

Così, parecchie settimane dopo quella telefonata, mentre andavamo alla riunione di condominio, la prima a cui avessi mai partecipato, V. mi ha spiegato cosa sono i millesimi: unità di misura, il palazzo vale 1.000. Per cui ovviamente quelli che ci servivano non potevano essere ne 250 mila né 2.500, ma una ventina circa: abbastanza per dichiarare valida l’assemblea e discutere della sua richiesta.
Ci siamo sedute in prima fila – nemmeno alle elementari mi ero mai seduta in prima fila, nemmeno a sentire Civati moderato da Cirri, nemmeno al concerto di Vasco quando avevo 16 anni – ed è stato subito chiaro che non ce l’avevamo fatta: nei palazzi  di Milano i lobbisti possono essere peggiori che alla commissione europea. Il numero legale mancava, inferiore ai 500 millesimi: battaglia rimanda a settembre. Troppi gli assenti, troppe le deleghe affidate e delegati poi risultati assenti, ri-cedute in pacchetti a delegati terzi che a quel punto però avevano orientamenti opposti a quelli degli incaricati: e se funziona così nel mio palazzo, figuriamoci in parlamento. 

Così, col voto sospeso e la battaglia per la giusta causa di V. in stand by,  non m’è rimasto che restare a osservare l’ animale sociale che è l’assemblea condominiale: un magma di gente che si coalizza e si insulta in geometrie variabili e fluttuanti, versione metropolitana del coro greco, di crescendi in polifonia e spigoli pungenti. 

Dieci minuti a cercare un presidente.
Chi lo fa questa sera?
Signor T, lo faccia lei, su. 
No, io no, l’ho fatto tutto l’anno scorso. 
E lo rifaccia. 
Ho detto di no, non ne ho voglia.
Ma su, cosa le costa, quest’anno non si è ancora nemmeno depilato le gambe!
Risate a fondo sala. Resistenza passiva del signor T. Condòmini che si nascondono dietro al programma, come durante le interrogazioni a sorpresa al liceo.
Basta, ora se non viene fuori nessuno tiriamo a sorte. 
Rumore di una porta che si apre: il tizio del negozio al piano terra, in ritardo. Il signor T. si alza.
Piuttosto che sedermi vicino a questo, faccio il presidente.
Risate distensive: l’idea di fare il presidente aveva davvero terrorizzato parecchi.
Sei punti da discutere, più varie ed eventuali. Due saltano per assenza del numero legale di millesimi, due riguardano soldi da spendere.
Basta coi Mav. I mav costano. Abbiamo 2 mila euro di Mav inevasi, e perché dobbiamo pagarli, eh, perché? Ma siete pazzi, io non li pago i vostri Mav, pagateli voi.
No signora, guardi che la cifra non è quella, c’è gente che paga col bonifico, per quello che risultano inevasi.
Io non li pago, io non li pago i vostri Mav: è un’insensatezza.
Signora, non li sta pagando: è che qualcuno salda le rate cash, per quello risultano inevasi.
Appunto, io non li pago, ma perché li devo pagare io i vostri? 
Signora non li sta pagando!
Appunto, e non voglio iniziare a farlo.
Signora, ne abbiamo discusso un’ora e mezzo l’anno scorso, ma che problema ha? Non li sta pagando, lo capisce o no?
E lei come se lo ricorda che ne abbiamo già parlato? Io non li pago i vostri Mav!
Signora, lei è pazza, ma cosa vuole, ma la smetta!
Io non li pago, ve lo dico.

Signora, ma vada a quel paese!

Sulle mie ginocchia languono dimenticati i compiti degli studenti che pensavo di correggere per ingannare il tempo prima del voto sulla richiesta di V.: mica potevo saperlo che fosse così divertente. 
 
La pizzeria fa un odore terribile
(a me, da quando m’hanno tolto il glutine, a dire il vero pare un profumino…) 
Bisogna che tengano chiusa la porta. 
Chi li conosce? Andateci a parlare. 
Se posso pevmettervi, faccio l’avvocato a Londva. Pavlave non serve: svriviamo una letteva. Se non li denuncia il condominio, lo facciamo noi. 
Dopo scriviamo la lettera, prima parliamoci. 
Vipeto, c’è una violazione del codice: il nostvo inquilino lamenta un odove tevvibile. 
Ma lei dove abita, scusi, in che palazzina?
Ah, quella dove c’è la signora col cane. 
Vogliamo parlare dei cani? Questo palazzo è pieno: poi quelli li lasciano soli e questi abbaiano. 
Io non li sento mai, a dire il vero. Nella mia scala ce ne sono tre: mi fanno abbastanza simpatia quando li vedo. Ma la lobby del cane deve essere potentissima: due cocker, un bastardino, poi quel cane lungo lungo, quello grigio, quell’altro là…
Ma il proprietario del lungo lungo quanti millesimi ha scusi? 
Già e poi c’è l’annosa questione dell’appartamento del primo piano. Il proprietario è morto senza eredi: e ora chi le paga le spese del condominio arretrate?
Vero, come si fa a recuperarle?
Bisognerebbe vendere l’appartamento, ma non è a norma, non lo vuole nessuno, finirà all’asta. 
Frenetica consultazione delle tabelle millesimi. Da parte mia: ora che ho imparato cosa sono, vado pazza per i millesimi. 
Ma che problemi ha l’appartamento, che lo vuole nessuno?, sento dire dalla mia voce
Lasci stare, è un casino, la signora ha tirato giù tutti i muri, non le piacevano le pareti.
Ah, come me – è ancora la mia voce. Non è che si può vedere? Cioè, se non lo vuole nessuno, eh. 

Io ho 11 millesimi. Se prendessi l’appartamento fantasma potrei arrivare sicuro a 23 almeno. 

E se facessimo una festa in cortile? – sono ancora io.
Siamo seri su, l’avvocato non verrà mai. Non vorrà mai. 

Ma facciamola, è carino. 
Possiamo passare alle varie ed eventuali, per favore?
Ma la festa? Posso organizzare la festa?
Le varie ed eventuali, su, è mezzanotte. 

La festa la prossima volta, ok. Magari nel frattempo avrò fatto un crowdfunding per l’appartamento fantasma. E col potere dei miei millesimi potrò organizzare un party. 
Adesso ho infine capito a cosa servono.

,

No Comments